La qualità che caratterizza il taoismo rispetto a qualsiasi altra
disciplina spirituale è la spontaneità, che non vuol dire fare le cose
a caso o secondo i dettami delle proprie nevrosi e traumi, ma lasciar
fluire spontaneamente tutte le energie bloccate e contemporaneamente
raffinarle in maniera virtuosa. Questo garantisce libertà assoluta, che
ancora una volta non vuol dire andare a caso, ma essere completamente
responsabili di se stessi. In quest'ottica il Maestro, nella tradizione
taoista, è semplicemente un istruttore con qualità sufficientemente
sviluppate così da poter garantire ad ogni studente la comprensione
delle metodologie di pratica. Una volta che lo studente ha appreso
tutti gli insegnamenti lo sviluppo avverrà in base alle proprie qualità
ed all'intensità con cui cercherà di migliorarsi. Questo può
determinare la situazione in cui l'allievo supera il Maestro diventando
a sua volta Maestro. In qualunque caso, fra i due non ci sarà mai un
rapporto gerarchico ma egualitario. Così i praticanti Taoisti da sempre
si sono considerati fratelli, anche nel caso di livelli di sviluppo
spirituale diverso, come nel caso del rapporto Maestro allievo, così da
lasciare che l'unico maestro di ognuno fosse il proprio Spirito Eterno,
ciò che in altre tradizioni viene chiamato il Cristo interiore o Buddha
interiore. In pratica la visione taoista è molto simile a quella dei
Vangeli Cristiani in cui Cristo affermava di essere l'unico Maestro e
tutti gli altri solo dei fratelli. Storicamente le esigenze gerarchiche
sia di chi voleva comandare sia di chi voleva essere comandato hanno
fatto in maniera che alcuni fratelli ne guidassero altri, a volte con
autorità altre senza. Il taoismo, inteso come via di sviluppo
spirituale, non ha assolutamente mai costruito legami gerarchici,
quindi non è mai venuta meno al principio di eguaglianza fra tutte le
persone così come invece è successo in molte altre tradizioni la piò
famosa delle quali è lo yoga indiano che prevede che il guru possa
determinare ogni cosa da fare e da non fare da parte dello studente, il
quale è completamente sottomesso alle volontà del proprio guru. Questo
atteggiamento è inammissibile nel taoismo perchè si ritiene che solo la
persona stessa abbia accesso al proprio spirito che in ultima analisi è
l'istruzione piò profonda che ognuno si trova ad avere così da decidere
come agire nella vita. Il Maestro è solo lo strumento che insegna le
regole per arrivare al proprio spirito, così dovrà insegnare solo la
regola generale per arrivare al proprio spirito, mentre l'applicazione
pratica di come agire dovrà venire direttamente dal proprio spirito e
quindi nessuno dall'esterno la può imporre, in nessun modo e per
nessuna ragione.
è parere della tradizione taoista che il rispetto totale e la
gratitudine incondizionata che l'allievo deve avere per le meravigliose
istruzioni a cui viene a conoscenza, non debba essere rivolto
direttamente al Maestro ma al Dao dell'Universo (Dio) che permette che
queste conoscenze possano raggiungerlo. Tale rispetto e gratitudine
sarà rivolta al Maestro come mezzo per ringraziare il Dao e non come
fine, cioè soltanto verso il Maestro fine a se stesso. In tutte quelle
tradizioni in cui questo non avviene e quindi il maestro vuole i meriti
dei propri insegnamenti, siamo di fronte a falsi maestri, il cui ego è
ancora troppo pronunciato per rinunciare ai benefici del mondo
materiale e degli istinti animali. Tutti quei falsi maestri che nella
storia taoista sono caduti in questa trappola, sono sempre stati
allontanati dalla tradizione, andando a fondare il taoismo religioso,
cioè l'organizzazione sociale di forme superficiali di devozione. Il
taoismo religioso non ha assolutamente niente a che fare con la
tradizione di elevazione spirituale taoista, secondo la quale la
gratitudine verso il Dao e attraverso il maestro è un segno di
maturazione, che ancora una volta deve arrivare in maniera naturale e
spontanea. Se tale gratitudine da parte dell'allievo non si manifesta
il Maestro non la prenderà come un qualcosa di personale, cioè non sarà
condizionato dal proprio ego, ma considererà la situazione come un
processo di maturazione non ancora avvenuto, esattamente come quello
del bambino immaturo che non apprezza gli insegnamenti dei genitori,
così il rispetto per gli insegnamenti è semplicemente segno di maturità
spirituale.
Tutto questo non vuol dire che essere Maestri Taoisti sia una cosa
facile. Il Maestro nella tradizione taoista è colui che ha sviluppato
determinate capacità ed abilità, ed è arrivato al pieno sviluppo del
proprio spirito così da poter trasmettere la tradizione in maniera
fedele, ma anche modificate seconde le esigenze dettate dai cambiamenti
del proprio tempo. Nel taoismo da sempre ed ancora fino ai giorni
nostri si dice che molti che sanno non insegnano, mentre molti che
insegnano non sanno. Sicuramente tutte quelle organizzazioni
piramidali, cioè che hanno una gerarchia ben definita, dove i benefici
sono divisi fra i più titolati, che stanno nascendo soprattutto in
occidente in questi ultimi anni, pur usando denominazioni pseudo
taoiste, con la tradizione spirituale taoista non hanno assolutamente
niente a che fare.
Gli unici titolati alla trasmissione della tradizione di pratica
spirituale, oggi come 5.000 anni fa e forse piò, sono solo quelli
autorizzati al proseguimento degli insegnamenti fedeli ad una ben
specifica linea tradizionale. Questo è il principio a cui tutti si
attengono da sempre e determina una vera tradizione spirituale con i
suoi specifici insegnamenti.